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Jan. 2010 By Alessandro Carabelli (www.jazzitalia.com)

Questo e davvero un lavoro impeccabile degna testimognanza di un gruppo ben amalgamato, dal sound efficace che cattura ed ammalia l ascoltatore per la finezza della ricerca e per i temi proposti, co

Alla sua terza produzione discografica come leader, Tommaso Starace si presenta alla testa di una formazione di tutto rispetto formata dal talentuoso pianista Michele Di Toro e da due colonne storiche del jazz italiano come Attilio Zanchi al contrabbasso e Tommy Bradascio alla batteria.

Il disco impressiona per tutte le qualità che Starace mette in bella mostra sia al soprano che allalto con discrezione e sagacia. Non delude nemmeno la formula più convenzionale del modern mainstream proposto, con un quartetto che suona magnificamente bene e offre freschezza, esuberanza e un fantastico interplay.

Prodotto ottimamente registrato, "Dont Forget" raccoglie standards poco sfruttati (come la bella "Isfahan" di B. Strayhorn o la title track "Dont Forget" di P. Metheny), che ispirate composizioni (come la dolcissima "Farewell Capa" dello stesso Starace, lirruente "Confused" di M. di Toro o la geniale "Go Tom" di Zanchi) costruite con unarchitettura originale e ben definita che permette eccellenti ed originali sviluppi solistici che esaltano le notevoli qualità dei musicisti.

Tutto è molto preciso, intenso, in alcuni momenti affascinante, con il leader che sa come muoversi sulla ritmica con assoli che ne svelano lassoluta padronanza dello strumento e una tecnica invidiabile dotata di un fraseggio rapido, lucido, tagliente. Ogni sua nota colpisce nel segno, ma non solo, rivela anche capacità di leadership notevoli e grande senso organizzativo.

Michele Di Toro è preziosissimo sia negli accompagnamenti, creando trame ricche di pregiate intuizioni armoniche, che negli assoli, snocciolando incantevoli frasi in cui le note sembrano file di perle che sgocciolano da un contenitore colmo di idee, precise ad inanellarsi nella logica dei brani eseguiti. Tutto questo grazie anche alla presenza di una ritmica precisa oltre ogni limite, fantasiosa ed estremamente solida ed al contempo elegante, garantita da due veri "mostri sacri" come Attilio Zanchi e Tommy Bradascio.

Questo è davvero un lavoro impeccabile degna testimonianza di un gruppo ben amalgamato, dal sound efficace che cattura ed ammalia lascoltatore per la finezza della ricerca e per i temi proposti, coerenti e ricchi di contenuti narrativi.

Alessandro Carabelli per Jazzitalia

(http://www.jazzitalia.net/recensioni/dontforget.asp)

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